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La terapia chirurgica del glaucoma, oggi non deve essere più interpretata
come "l'ultima spiaggia".
Il perfezionamento delle tecniche microchirurgiche e l'ausilio
di nuovi materiali hanno permesso in tempi recenti lo sviluppo di
procedimenti sempre meno invasivi, più esenti da complicazioni a parità
di efficacia. Gli interventi per sbloccare (o prevenire) un glaucoma
ad angolo chiuso (iridectomia) sono passati nella storia della medicina
come esempi quasi perfetti di semplicità e massima efficacia. L'asportazione
di una piccola porzione di iride ( la parte colorata del nostro occhio)
consente di evitare in maniera definitiva il blocco o ostruzione della
zona di filtrazione dell'umore acqueo.
Nel glaucoma ad angolo aperto, gli interventi indicati
si dividono in due grandi gruppi:
1. Interventi fistolizzanti, dove viene creata e mantenuta nel
tempo una "fistola" ossia una comunicazione pervia tra l'interno e
l'esterno del bulbo. Questa apertura consente un continuo drenaggio
di liquido e quindi il mantenimento di una pressione adeguata.
2. Interventi non perforanti o non fistolizzanti. Si propongono
di ottenere una riduzione della pressione interna del bulbo attraverso
una parete che viene chirurgicamente assottigliata a tal punto da
permettere una vera e propria filtrazione del liquido interno.
Tutti questi interventi sono eseguibili solo con l'ausilio del
microscopio operatorio, date le dimensioni e la delicatezza delle
strutture interessate. Il tipo di anestesia utilizzata è la LOCALE
che consente una ridotta ospedalizzazione del paziente (day hospital
o al massimo ricovero di pochissimi giorni) e allo stesso tempo garantisce
un intervento assolutamente indolore. La ridotta invasività e l'anestesia
locale consentono al paziente un recupero veloce delle proprie abitudini
di vita, mentre è fondamentale ricordare che la qualità della visione
non subirà sostanziali variazioni poiché lo scopo di tutta la terapia
del glaucoma è quello di non consentire peggioramenti del campo
visivo e della capacità visiva. Inoltre va sottolineato che sia dopo
un trattamento parachirurgico (laser), sia dopo un vero intervento
chirurgico, può essere necessaria una terapia medica (colliri) per
mantenere il desiderato compenso pressorio. |